(ANSA) – ROMA, 17 APR – Troppo cortisone preso per via orale per l’asma può aumentare il rischio di altre malattie negli asmatici, nonché ridurre l’efficacia del vaccino anti-Covid. A porre il problema è la Rete Sani (Severe Asthma Network Italy), promossa dalla Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) e la Società Italiana di Pneumologia (Sip), con FederAsma, che lanciano la prima campagna social di sensibilizzazione sugli effetti del cortisone per via orale per l’asma.
Sopra i 7,5-10 milligrammi al giorno infatti, l’effetto immunosoppressore del cortisone orale prevale su quello antinfiammatorio e si rischia una risposta inferiore al vaccino, oltre che un decorso peggiore dell’infezione da SarsCoV2. “I corticosteroidi per via orale – rileva Francesco Blasi, docente di Malattie Respiratorie della Statale di Milano – dovrebbero essere utilizzati solo nelle crisi acute. In caso di asma grave, vanno impiegati ai minori dosaggi possibili e come seconda scelta, dopo aver valutato l’opportunità di terapie biologiche come gli anticorpi monoclonali”.
In Italia circa 4 milioni di persone soffrono di asma, “di cui circa mezzo milione viene trattato con cortisone orale, anche se con asma lieve, in modo del tutto ingiustificato”, precisa Giorgio Walter Canonica, dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano. Percentuali che si impennano per gli oltre 200mila asmatici gravi: la metà assume cortisone per bocca e nella quasi totalità dei casi in modo cronico da più di 2 anni, con un elevato rischio di effetti collaterali. Secondo un’indagine Doxa, condotta su circa 300 pazienti e 300 medici, il 63% di chi utilizza cortisone per via orale soffre di più patologie.
Percentuale che sale al 73% in chi segue una terapia con cortisone orale continuativa, per più di 6 mesi.
Ingenti anche i costi in termini economici dell’abuso di cortisone per bocca: per far fronte agli effetti collaterali si stima una spesa di 240 milioni di euro annui, stando al più recente studio italiano della rete Sani e dell’Università di Pavia, secondo cui la spesa sanitaria cresce con l’aumentare dell’uso dei cortisonici per via orale. Per un soggetto non asmatico si parla di circa 1000 euro l’anno, mentre per chi ha asma grave si arriva a circa 2000 a paziente. “Per di più il benessere dei pazienti peggiora con l’impiego di cortisone per via orale – conclude Pierluigi Paggiaro, docente di malattie respiratorie dell’Università di Pisa – solo il 12% degli asmatici gravi dichiara di avere una qualità di vita elevata, contro il 28% di chi si cura con altri farmaci”. (ANSA).
Fonte Ansa.it